Gli inizi
Don Bosco proponeva ai suoi ragazzi una breve giaculatoria, “Maria aiuto dei cristiani prega per noi!” È Maria che ha fatto tutto, ripeteva sempre, egli vedeva la sua opera, il suo intervento con una totale fiducia che manifestava la forte esperienza, viva, filiale, tanto che mamma Margherita, ha avuto un ruolo importante per la sua crescita umana e religiosa. Mamma Margherita l’ha cresciuto in mezzo agli stenti, con dolcezza e fermezza, ha creduto in don Bosco fin da quando aveva sentito la chiamata al sacerdozio, nonostante per le condizioni economiche non potessero permetterselo, egli aveva sentito da piccolo questa vocazione particolare, ed ha saputo coltivare un indole che lui già possedeva. La religiosità della madre è stata determinante su di lui che l’ha educato a questa disposizione, “quando si devono chiedere grazie particolari, bisogna rivolgersi a Maria Ausiliatrice”.
Il prato del sogno
Il prato del sogno lega il piccolo Giovanni a Maria Ausiliatrice dove lui incontrò la Madonna. Il famoso sogno di nove anni, racconta il prato pieno di ragazzi, scherzano, giocano, alcuni bestemmiano, lui si butta tentando di farli smettere, con pugni e parole, e gli appare un uomo, al quale gli domanda chi è, ed egli risponde: “il mio nome diglielo a mia madre”. Maria indica a Giovanni il campo della sua missione, e anche come educare i giovani, amarli e farsi amico. Giovanni sogna perché ama Dio, vive questa familiarità con cielo, vive il sapore dell’eternità, e Dio continua a parlare a noi ancora oggi dilatando l’esperienza di don Bosco.
La devozione
Don Bosco voleva che i giovani si mettessero sotto la protezione di Maria Ausiliatrice, una mamma, dove per prima però lui ne offrì l’esempio, del quale aveva sperimentato il suo aiuto, tanto da essere guidato da entrare in relazione con lei, di rivolgersi alla luce della fede nei momenti di difficoltà, e non mancherà il suo intervento. Egli raccomandava le novene, non solo la breve giaculatoria, una preghiera insistente, e a questa mamma speciale dedicò anche la costruzione di un santuario a lei intitolato.
Viviamo questi giorni di incertezza del futuro, preoccupati, sono tempi in cui pensando all’attualità, siamo impauriti dalla durezza di questo mondo, le calamità naturali, la pandemia, la crisi del lavoro, la disperazione, di chi arranca e cerca il senso della vita, consapevoli che attraversiamo un tempo difficile, e da don Bosco possiamo imparare questa fiducia, dal suo esempio e dalla sua fede. La testimonianza dei santi, ci mostra l’abbandono senza riserve, come egli ha vissuto tutta la sua vita e i suoi impegni portando nel cuore questa profonda convinzione, pronto a pensare per il bene dei suoi ragazzi, della società salesiana, delle figlie di Maria Ausiliatrice, dei laici cooperatori salesiani, mettendo ogni cosa sotto il manto glorioso della Vergine: È Maria che ha fatto tutto.
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