Pasqua di Risurrezione del Signore
Domenica 4 aprile 2021 (Gv 20,1-9)
Quella mattina …
L’esodo continua, non si può rimanere sotto la croce, nemmeno davanti al sepolcro, ma andare per il mondo, a portare l’annuncio di gioia: è risorto, alleluia! I segni sono ben visibili, le tracce anche, laddove sono riuniti nel nome di Gesù, laddove c’è la carità, lui è presente, dove i macigni della superbia, dell’egoismo, sono stati rimossi, dove la presunzione di sapere tutto travolge inesorabilmente i saccenti di cuore. Egli è vivo, nei segni eucaristici, nella comunità che spezza il pane, nella sofferenza, nel servizio al prossimo, nella lotta e fatica quotidiana.
Pasqua è un evento, gode dello stupore di testimoni che ci cedono la staffetta, Maria di Magdala, Giovanni, Pietro, noi …
Quella mattina …
Andarono al sepolcro, e non trovarono il morto. Dal buio alla luce, una sorpresa, tutto inedito, non è qui, è risorto. Tutto si rovescia, tutto al contrario. Se prima tutti fuggivano per vigliaccheria e per la paura della crocifissione, adesso il movimento è all’inverso, tutti corrono per annunciare una novità. Noi siamo figli di questi testimoni, essi cedono a noi questa esperienza che a nostra volta diveniamo testimoni della Risurrezione. Lui è Vivente, Vive, è il Veniente, e non può essere cercato nel sepolcro, nella morte. Tutti corrono, andate e dite … La vita del discepolo è di chi cammina, di chi non è fermo, non di chi scappa, non si assume le sue responsabilità, di ha rinunciato a lottare e vigilare.
Quella mattina …
Di primo mattino, ogni mattino è un nuovo giorno, si corre con in faccia il vento dello Spirito che soffia nuova vita, il sole che inizia a riscaldare, un movimento di amore che mette in moto una storia generosa, piena di tenerezza, un flusso di vita, di forza e di speranza. La Risurrezione è capace di porta un raggio di luce nelle diverse situazioni della vita.
Quella mattina …
È diversa da tutte le altre è eterna come il bacio della mamma al suo bambino, come l’abbraccio di due innamorati, come un anziano che si regge con il bastone, come il medico che guarisce le piaghe di un ammalato, come l’albero che sfronda i suoi rami per la gioia dei suoi frutti, come il prete e il religioso che rinnovano il loro sì con gioia a Cristo. Gli occhi sono svegli, il cuore è pieno di fiducia, non si può rimanere nelle tenebre, bisogna rialzarsi, rischiare, scommettere di nuovo, è tutto un ricominciamento, c’è anche una primavera nello spirito.
Noi abbiamo paura della risurrezione di Gesù? Siamo stupiti davanti all’indicibile? Abbiamo paura di annunciarla? Forse siamo resistenti perché non ci interroghiamo, forse perché siamo più convinti delle nostre convinzioni, forse perché crediamo che l’ultima parola sia la morte e non speriamo, forse, il cuore non piange più e non si commuove davanti al mistero della fede.
Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.
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