Uno dei medium più diffuso e più conosciuto, mai obsoleto e onnipresente, è la radio, ha fatto storia, anche nel cuore della rivoluzione tecnologica e digitale, rimane “un grande spazio di libertà” che ha un rapporto diretto con gli ascoltatori. È il mezzo di comunicazione dove non si è soli, condivide, crea relazioni, “perché si fa radio insieme”, porta la parola, alimenta pensieri che si trasformano in immagini.
Per molti, nonostante smartphone, computer, la televisione e il web essa continua ad essere l’amica del cuore.
Il bello della radio è che essa ha attraversato il tempo, ha resistito alle mode, e oggi continua ad essere più attuale che mai. Arriva ovunque, anche nei posti più sperduti, ci parla direttamente e sopratutto è libera, perché libera la mente, condivide, entra nelle case, nelle automobili, negli aeroporti, nei centri commerciali, diffonde la libertà, offre la parola e crea ponti: “Ho sempre trovato qualcosa alla radio. Proprio come i treni e le campane, era parte della colonna sonora della mia vita” (Bob Dylan).
La radio è anche amore, realizza i sogni, trasmette emozioni, parla direttamente, sin dagli inizi è servita per comunicare in tempi di guerra, in tempi di emergenza, racconta la realtà, informa sulla società, sulla politica, sulla società, intrattiene sulla cultura e sulla religione, intercetta la vita concreta delle persone, e oggi non smette di essere un’agenzia educativa che incontra le storie.
Fare radio è fare volontariato, un contributo civile e gratuito, uno strumento formidabile, responsabilizza il conduttore e l’utente che usufruisce del servizio. È bella la radio perché fa emergere più storie, anche positive, denuncia, condivide testimonianze.
Faccio radio, sono ideatore e conduttore di tre rubriche su una radio locale, Radio eco sud (L’abito non fa il monaco, Dialogando e filosofando, Un pensiero all’imbrunire), e sapete cosa mi piace di più? Mi responsabilizza nella parola, un’etica della parola, cartina di tornasole della vita. In mezzo a tanta eloquenza che abbonda nella vita, dove si deforma la parola, si abusa, si torce e si contorce, quel linguaggio che come umani dovrebbe aiutarci a comunicare e a dialogare, aiuta ad offrire speranza. Attraverso la radio si annuncia la libertà, l’amore, la fede, si passa il tempo con gli ascoltatori, e soprattutto, si ha di fronte una sfida inedita, raggiunge e incontra le persone laddove parla a tutti, ad ogni categoria.
È bello, quando per strada incontri qualcuno e ti dice: “sai ho seguito la tua rubrica!”.
La radio incontra, ama la prossimità, ha cura dell’altro, protegge la fraternità, ci dà la possibilità di una consapevolezza critica, per questo è libertà, curiosità, passione che ogni giorno ci accompagna, pur non incontrandoci de visu esce per la strada e si immerge nella realtà e si immischia nella vita delle persone.
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