Dopo due anni di ricerca dottorale all’Ateneo Salesiano in Roma, dal 2016 al 2018, la conclusione bella e positiva con il tema discusso Chiesa, giovani e ‘ndrangheta in Calabria, è stata il riconoscimento della commissione che mi ha premiato con la votazione Summa cum laude, e non solo, poi ho voluto fare un ulteriore sacrificio, pubblicando il libro con l’editore Luigi Pellegrini, rinomata casa editrice cosentina. Non sto qui a descrivere la delicatezza del tema, molto sottovalutato, evitato, silenziato, in Calabria, nella chiesa, nella pastorale, nella società, ma ho ricevuto attestazioni di simpatia e di incoraggiamento altrove.
Una lettera dell’Ateneo Salesiano della Pontificia Università dove ho studiato quattro anni, dal 2012 al 2014 e negli anni di dottorato, mi ha sorpreso quando mi ha selezionato tra coloro che sono stati scelti per ricevere un segno, la medaglia dell’università di san Giovanni Bosco: Il significato di questa premiazione, – hanno spiegato gli organi accademici nella missiva-, «vuole essere un gesto simbolico, che intende elogiare pubblicamente coloro che hanno dimostrato con intelligenza e impegno di apprezzare la scienza e lo studio come importanti per la vita e cercare di trasformarli in sapienza. Vuole anche essere un gesto di simpatia reciproca e un incoraggiamento ai nuovi studenti a impegnarsi anche loro subito e con coraggio».
La premiazione è stato un momento intenso ed emotivo, era presente anche il Rettor Maggiore dei salesiani, don Angel Fernandez Artime, lui ci ha fatto dono di questo simbolico segno di ringraziamento e di speranza.
Il traguardo che premia l’impegno e la passione per la ricerca scientifica, ed esprime il senso del riconoscimento, non mi ha scoraggiato o rassegnato nelle difficoltà e ostilità ambientali, anzi, ho proseguito con coraggio e fiducia nello Spirito, si sono aperte altre vie, consapevole che ogni medaglia ha due facce, il sacrificio e il valore positivo del risultato conseguito.
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